Monterosso nelle cinque terre
Lee & Chantelle McArthur from SMiths, Bermuda, CC BY 2.0 , via Wikimedia Commons

Il Parco Letterario dedicato al premio Nobel per la Letteratura 1975 Eugenio Montale si trova nelle Cinque Terre, nella Riviera ligure di ponente, che il poeta descrisse così: «Paesaggio roccioso e austero, simile ai più forti di Calabria, asilo di pescatori e di contadini, nuda, solenne cornice di una delle più primitive d’Italia. Monterosso, Vernazza, Corniglia, nidi di falchi e di gabbiani, Manarola e Riomaggiore sono, procedendo da ponente a levante, i nomi di pochi paesi o frazioni di paesi così asserragliati fra le rupi e il mare» (Eugenio Montale, Fuori di casa).

 

La sua casa a Monterosso, «la pagoda giallognola», come egli stesso la definiva, la statua del Gigante, il grande Nettuno alto circa 14 metri che sorreggeva la villa di Don Pedro (l’emigrante tornato da Buenos Aires cui il poeta dedica uno scritto nell’opera La farfalla di Dinard), il convento e la Chiesa dei Cappuccini, le case degli emigranti sudamericani, i muretti a secco, la natura stessa da cui Montale ha tratto ispirazione per le sue poesie, tutto sembra ripeterne il nome.

Monterosso, statua del gigante
Monterosso, statua del gigante. No machine-readable author provided. Dcma~commonswiki assumed (based on copyright claims)., CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Certo, oggi Monterosso è ben diverso dal paese che Montale conobbe nei primi anni Venti quando giungeva da Genova alla sua villa al mare, «la casa delle due palme», come egli la chiamava. La pagoda gialla comunque è ancora lì, dove tuttora svettano nel giardino le due palme tanto care alla memoria del poeta.

monterosso, la casa delle due palme di montale
La Casa delle Due Palme

La Casa delle Due Palme, residenza estiva di Montale, è un’isola della memoria. Questo è il paesaggio visivo e sonoro, il crogiuolo da cui è scaturita la sua poesia.
«Io per me amo le strade… le viuzze che seguono i ciglioni, discendono tra i ciuffi delle canne e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni».

I limoni di Monterosso da qualche anno sono più conosciuti grazie a una sagra estiva che premia “Re limone”, l’esemplare più bello. Con i famosi limoni di Monterosso è possibile fare sorbetti, gelati, budini, ciambelline e la mitica gènoise (pan di Spagna) preparata per Ferdinando IV di Spagna che le diede il nome ricevendone l’omaggio dall’ambasciatore genovese Domenico Pallavicini.