Il Compendio garibaldino è un’area dell’isola di Caprera in Sardegna, che comprende i luoghi dove Giuseppe Garibaldi trascorse gli ultimi 25 anni della sua vita (salvo brevi intervalli), dove morì e dove si trova la sua tomba.
Garibaldi a Caprera
Nel 1855, Garibaldi acquistò un terreno nell’isola di Caprera, in Sardegna. Con l’aiuto dei figli avuti da Anita, Teresa e Ricciotti, costruì quella che successivamente venne chiamata la Casa Bianca. Qui visse con i figli, con l’ultima moglie Francesca Armosino, dalla quale ebbe tre figli tutti nati a Caprera (Clelia – 1867, Rosa – 1869, morta a 18 mesi, Manlio – 1873), e con alcuni stretti collaboratori. Si dedicò alla pastorizia e all’agricoltura fino alla morte, avvenuta il 2 giugno 1882.
Fu sepolto nel piccolo cimitero di famiglia, vicino alla Casa Bianca.
La Casa continuò ad essere abitata dalla famiglia. L’ultima ad abitarla fu Clelia Garibaldi, fino alla sua morte nel 1959.
Il Compendio garibaldino
Il Compendio garibaldino comprende:
- la Casa Bianca, l’edificio principale che custodisce dipinti, mobili, abiti e oggetti di diverso tipo appartenuti a Garibaldi;
- il frantoio;
- il forno;
- la stalla;
- il mulino.
L’enorme “Albero di Clelia” domina il centro del cortile. Si tratta del pino che Garibaldi piantò nel 1867, in occasione della nascita della figlia Clelia.
Poco distante dal mulino è collocato il monumentale busto marmoreo di Garibaldi, scolpito da Luigi Bistolfi nel 1883.

Dal cortile centrale, un sentiero conduce verso il piccolo cimitero di famiglia. Qui si trova la tomba di Giuseppe Garibaldi, sotto un grande masso di granito, e le tombe della moglie Francesca Armosino e dei figli Rosa, Anita, Teresa, Manlio (morto a soli 26 anni per tubercolosi) e Clelia.

Per cento anni, dal 1882 (anno della morte di Giuseppe Garibaldi) al 1982, un picchetto d’onore della Marina Militare ha costantemente presidiato la sua tomba.