Il Palazzo di Diocleziano a Spalato (Croazia)
Ballota, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Il palazzo di Diocleziano fu fatto costruire dall’imperatore stesso tra il 300 e il 305 in uno dei punti più belli della costa della Dalmazia, nei pressi di Salona.

Diocleziano, da buon militare, più che a una reggia pensò a un edificio imponente dalla forma austera e militaresca.

Disegno ricostruttivo del Palazzo di Diocleziano a Spalato (Croazia).
Disegno ricostruttivo del Palazzo di Diocleziano a Spalato (Croazia).

Il palazzo di Diocleziano a Spalato aveva la pianta tipica degli accampamenti militari romani (il castrum), con quattro poderose torri quadrate agli angoli della cinta muraria e, all’interno, due strade perpendicolari che si intersecavao ad angolo retto (cardo e decumano); un lato affacciava sul mare.

Al punto di incontro tra la cinta muraria e gli assi viari principali si aprivano le quattro porte, affiancate da torri a base ottagonale: la Porta Aurea a Nord; la Porta Argentea a Est; la Porta Ferrea a Ovest; la Porta Aenea o Bronzea a Sud, verso il mare.

Le mura, costruite con blocchi squadrati, erano alte 18 metri e spesse 2; misuravano 215,5 sui lati lunghi e 175-181 metri su quelli corti; alle torri ottagonali delle porte alternavano torri quadrate. Il lato meridionale era l’unico a non essere difeso dalla cinta muraria.

All’interno, cardo e decumano erano trasformati in vie colonnate, sull’esempio delle grandi città dell’Oriente dell’Impero, e delimitavano quattro quartieri. Di questi, i due più settentrionali, più lontani dal mare, erano incentrati su grandi peristili e servivano alla scorta e al personale di servizio.

I due settori meridionali erano a loro volta divisi in due fasce: quella prospiciente il mare era destinata agli appartamenti residenziali e si apriva verso l’esterno con un grande loggiato a semicolonne che sorreggevano archi; in quella tra il settore residenziale e la via corrispondente al decumano si fronteggiavano invece il piazzale del tempio dedicato a Giove, dio tutelare dell’imperatore, e il mausoleo ottagonale, destinato a contenere il sarcofago dell’imperatore.

Le tre parti – tempio, mausoleo e residenza – erano collegate da uno sfarzoso porticato (immagine in alto), che occupava una parte della via colonnata ed era dominato a sud da una statua dell’imperatore.

Attraverso questo porticato si accedeva a un vano a base circolare coperto da cupola e poi a un vano rettangolare con colonne che fungeva da vestibolo d’accesso agli appartamenti privati.

Il palazzo di Diocleziano rimase disabitato alla sua morte (3 dicembre del 313 d.C.), per poi essere occupato nel 639 dagli abitanti di Salona in fuga dalle incursioni degli slavi. Il palazzo di Diocleziano non fu più abbandonato e costituì il nucleo della moderna città di Spalato, nome che deriva appunto dalla contrazione di Salona e palatium, “palazzo di Salona”.