Il sarcofago degli sposi è uno degli esempi più famosi della scultura etrusca sia per l’alta qualità artistica sia per la scarsità delle statue che gli Etruschi ci hanno lasciato.

Il sarcofago etrusco degli sposi è stato ritrovato durante gli scavi ottocenteschi nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri; oggi è conservato nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma.

Il sarcofago degli sposi descrizione

È un reperto archeologico etrusco in terracotta dipinta, risalente al tardo VI secolo a.C.

A dispetto del nome e dell’aspetto, non è un sarcofago tradizionale, come quelli egizi, dentro cui si distendeva la salma mummificata, ma una grande urna destinata a custodire le ceneri di due persone.

Tracce di pittura provano che in origine tutta l’opera era vivacemente colorata.

Marito e moglie sono distesi l’uno accanto all’altro su un kliné, tipico letto da banchetto. I due coniugi sono ripresi in un atteggiamento affettuoso; questo elemento è sottolineato dal gesto del marito che cinge con un braccio le spalle della moglie.

La presenza della moglie al fianco del marito testimonia l’importanza della donna nella società etrusca: una posizione assolutamente inconcepibile, per esempio, nell’antica Grecia, dove le donne ateniesi godevano di scarsa libertà e autonomia.