Cos’è il miracolo del sangue di San Gennaro? Si tratta dello scioglimento del sangue del patrono della città di Napoli che avviene ogni anno, da diversi secoli a questa parte, all’interno del Duomo di Napoli, la cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta.
Secondo la tradizione, il sangue fu raccolto dal corpo del santo dopo la sua decapitazione (III secolo d.C.) da alcune donne devote, mentre la prima liquefazione sarebbe avvenuta nel 1389.
I napoletani, credenti e non, seguono l’evento con il fiato sospeso. Dallo scioglimento del sangue di San Gennaro, infatti, dipende il destino della città di Napoli, nei mesi successivi.
Durante il rito, l’arcivescovo di Napoli preleva le due ampolle custodite nella Cappella del Tesoro di San Gennaro (la terza a destra) e le espone pubblicamente e si attende che il sangue da solido diventi liquido.
Il rito si ripete tre volte l’anno:
il sabato precedente la prima domenica di maggio, data della traslazione del corpo del santo;
il 19 settembre, giorno del martirio di San Gennaro;
il 16 dicembre, anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631 (secondo la tradizione, il santo ha fermato l’arrivo della lava alle porte della città).
In corrispondenza della mancata liquefazione del sangue, nel passato si sono verificate delle sciagure. Nella storia recente il sangue non si è sciolto:
nel settembre del 1940, anno dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale;
1943, anno dell’occupazione nazista;
1973, quando il colera colpì la città di Napoli;
1980, anno del terremoto dell’Irpinia.
La Chiesa non ha mai riconosciuto ufficialmente il miracolo di San Gennaro, ma ne rispetta la venerazione popolare.