Potala
I, Ondřej Žváček, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Il Potala sorge a più di 3600 metri di altitudine, a un chilometro da Lhasa, la capitale del Tibet, nonché città sacra per il buddismo tibetano.

È un grande complesso storico di edifici: residenze, monasteri, templi, santuari, pagode funerarie, costruiti a partire dal 1600. Contiene oltre 10 000 opere d’arte.

Sul granito imbiancato delle imponenti pareti spicca il rosso del palazzo centrale; il tetto, di forma cinese (con gli angoli rialzati) è ricoperto di lastre dorate; grandi finestre si succedono lungo le mura.

Il Potala sorge sul luogo in cui già esisteva un antico palazzo reale. Nella sua forma attuale, è il risultato di restauri e di aggiunte fatte eseguire dal quinto Dalai Lama, Lozang Gyatso, a partire dalla metà del secolo XVII, quando il capo spirituale del buddismo tibetano divenne anche il sovrano temporale del Paese.

Da allora, tutti i Dalai Lama hanno vissuto e sono stati sepolti nel Potala, fino al 1959, quando il 14° Dalai Lama, Tenzin Gyatso, andò in esilio a Dharamsala, in India, per protesta contro l’occupazione militare cinese.

È oggi un museo, inserito dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità, dal 1994. Ogni anno è meta di pellegrini e turisti.