
Tomba di Giulio II Michelangelo Buonarroti, 1505-1545, marmo, Chiesa di San Pietro in Vincoli, Roma.
Il progetto iniziale prevedeva che il monumento funebre Giulio II della Rovere, papa dal 1503 al 1513, fosse posto al centro della nuova Basilica di San Pietro, sotto la cupola San Pietro, in posizione di assoluto privilegio.
Il papa non bada a spese e nel 1505 offre a Michelangelo Buonarroti la progettazione e la realizzazione della sua tomba.
La tomba era stata pensata come un enorme mausoleo a base circolare ornato da 40 statue di dimensione maggiore del naturale.
Michelangelo fece numerosi disegni, andò a Carrara per scegliere i blocchi di marmo, iniziò a scolpire le figure dei Prigioni, che simboleggiano la lotta dell’uomo contro la materia e il desiderio dell’anima di liberarsi dalla prigione del corpo per avvicinarsi a Dio.
Morto papa Giulio II nel 1513, però, né i suoi eredi né il nuovo papa, Leone X dei Medici, si interessarono al progetto. Allora Michelangelo Buonarroti, per contenere i costi, dovette ridurre le dimensioni della tomba.
Dopo 40 anni di travagliato lavoro (dal 1505 al 1545), la tomba di Giulio II fu posta in una chiesa secondaria di Roma, San Pietro in Vincoli, sul colle Esquilino, invece che al centro della Basilica di San Pietro come da progetto.
Delle sette statue che lo compongono, quattro sono realizzate da Michelangelo: il maestoso Mosè; Giulio II; Lia, simbolo di carità (Vita attiva) e Rachele (Vita contemplativa), simbolo di fede; tre sono sbozzate da lui e finite dal suo assistente Raffaello di Montelupo (il Profeta, la Sibilla, la Madonna con Bambino).