La tomba e la campana di Torquato Tasso a Roma
Giuseppe Fabris, Monumento funebre di Torquato Tasso, 1857, part., Roma, Sant'Onofrio al Gianicolo

La tomba e la campana di Torquato Tasso presso la Chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo, a Roma.

Tomba di Torquato Tasso – Chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo, Roma

Torquato Tasso, sorrentino di nascita e autore dell’immortale Gerusalemme Liberata, nei suoi ultimi anni alterna soggiorni a Roma e a Napoli. Nel 1594 papa Clemente VIII gli propone l’incoronazione poetica a Roma; ma Tasso, ammalato e precocemente invecchiato, ritiratosi a vivere nel convento di Sant’Onofrio al Gianicolo, a Roma, vi muore il 25 aprile 1595, a soli 51 anni.

La tomba e la campana di Torquato Tasso a Roma
Veduta del chiostro esterno del convento di Sant’Onofrio al Gianicolo, Roma

Le spoglie del poeta sono custodite nella prima cappella di sinistra della chiesa di Sant’Onofrio. Qui Giacomo Leopardi volle recarsi durante il suo soggiorno romano, come scrisse al fratello: «Venerdì 15 febbraio 1823 fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi. Questo è il primo e l’unico piacere che ho provato a Roma».

La tomba e la campana di Torquato Tasso a Roma
Giuseppe Fabris, Monumento funebre di Torquato Tasso, 1857, part., Roma, Sant’Onofrio al Gianicolo

La campana del Tasso – Chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo, Roma

La morte del celebre poeta, ospitato nel vicino convento, viene annunciata dalla più piccola delle campane della Chiesa di Sant’Onofrio al Gianicolo: da allora ha preso il nome di «campana del Tasso».

L’8 febbraio 1849 (anno cruciale del Risorgimento, il periodo storico che portò all’unificazione d’Italia) è approvato con larghissima maggioranza il decreto che dichiara «Il papato decaduto di fatto e di diritto dal governo temporale dello Stato romano» e che «la forma di governo dello Stato romano sarà la democrazia pura, e prenderà il glorioso nome di Repubblica Romana».

Garibaldi e i suoi Mille arrivano in città per difendere la nuova Repubblica Romana; a Garibaldi è affidata la difesa del Gianicolo, il più esposto agli attacchi dell’esercito francese. Dà l’ordine di sequestrare le campane delle chiese per fabbricare i cannoni.

Si narra che, quando uno degli ufficiali di Garibaldi si presentò alla chiesa di Sant’Onofrio per la requisizione, il superiore del convento arrivò a supplicarlo affinché portasse via qualsiasi cosa tranne la piccola campana, i cui rintocchi avevano annunciato la morte del celebre poeta Torquato Tasso. Ad accogliere la sua supplica fu lo stesso Garibaldi, arrivato sul posto nel frattempo.

Così ancora oggi i visitatori possono vedere la cella del convento dove morì il poeta, la campana e la tomba.