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Tomba di Matilde di Canossa nella Basilica di San Pietro

Tomba di Matilde di Canossa
Tomba di Matilde di Canossa. Gian Lorenzo Bernini, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

La tomba di Matilde di Canossa si trova nella Basilica di San Pietro a Roma: un onore concesso solamente a un’altra donna nella storia della Chiesa, la regina Cristina di Svezia.

Quando morì di gotta, il 24 luglio 1115, a Bondeno di Roncore, nei pressi di Mantova, in provincia di Reggio Emilia, Matilde di Canossa fu sepolta nel monastero di San Benedetto di Polirone.

Poi nel 1633, per volere del papa Urbano VIII (1568-1644), i suoi resti furono trasportati a Castel Sant’Angelo, a Roma. Infine, nel 1645, fu tumulata definitivamente nella Basilica di San Pietro a Roma.

Sulla tomba di Matilde di Canossa, una tomba monumentale in marmo bianco, scolpita dal celebre artista Gian Lorenzo Bernini, si legge la scritta: “onore e gloria d’Italia”.

Ma chi era Matilde di Canossa? Ripercorriamo allora la storia di Matilde di Canossa, una delle donne più potenti del Medioevo.

Perché è importante Matilde di Canossa?

La contessa Matilde di Canossa nacque attorno al 1045 a Mantova. La sua era una famiglia molto potente, che governava un ampio territorio posto tra Toscana, Emilia e Lombardia e aveva il centro del suo potere a Canossa, sull’Appennino emiliano.

Matilde svolse un ruolo centrale durante la prima fase della lotta delle investiture. Fu una delle principali sostenitrici della politica portata avanti da papa Gregorio VII e la sua principale alleata contro l’imperatore Enrico IV, suo cugino.

Assieme all’abate dell’Abbazia di Cluny, giocò poi un ruolo di primo piano nella successiva riconciliazione tra imperatore e pontefice.

Dopo questa vicenda la sua fortuna cominciò però a declinare. Infatti l’imperatore, tornato in Germania, riprese la guerra contro il papa e, sceso di nuovo in Italia, si impossessò di gran parte dei territori della contessa, spogliandola di tutti i suoi diritti feudali.

Gli stessi vescovi toscani, favorevoli all’imperatore, si ribellarono al potere della contessa. Matilde però non si perse d’animo e non di rado si mise essa stessa al comando delle sue truppe in battaglia.

Continuò a sostenere il papa, aiutandolo anche finanziariamente con le ricchezze che era riuscita a conservare. Nel 1089 arrivò a sposare il giovanissimo duca Guelfo di Baviera: lui aveva appena 17 anni, mentre lei ne aveva 46! Lo fece per rinforzare, con l’appoggio del giovane marito, la sua lotta anti-imperiale.

Tradita anche dal marito, che in breve tempo passò dalla parte dell’imperatore, Matilde continuò quasi da sola la sua lotta, che si placò soltanto alla morte di Enrico IV.

Con il suo successore Enrico V riuscì infatti a trovare un accordo che la reintegrò nei suoi possedimenti precedentemente persi.

Ormai in pace, negli ultimi anni della sua vita si dedicò all’attività benefica a favore di chiese e monasteri.

Morì nel 1115 lasciando tutti i suoi beni al papa, circondata da immensa fama.

Il suo biografo Donizone la definirà «onore e gloria d’Italia».