Il Masai, provenienti dall’alta valle del Nilo, vivono sugli altopiani intorno al confine tra il Kenya e la Tanzania.
Cultura, riti e tradizioni
Il popolo Masai ha una cultura piuttosto complessa, con un’organizzazione sociale rigidamente suddivisa per ruoli e fasce d’età.
Parlano una lingua propria, molto articolata, il “maa”, da cui il nome dell’etnia che è da loro pronunciato “Maasai”.
I Masai sono monoteisti: credono in Enkai.
Sono cacciatori e guerrieri, ma soprattutto allevatori di mucche, asini e capre, che custodiscono di sera all’interno del villaggio, un insieme di capanne di frasche con tetto di fango, le enkang, la cui altezza massima è di circa 1,5 metri e alla cui manutenzione provvedono le donne.
Le abitazioni sono disposte a cerchio, protette all’esterno da rami di acacia spinosa per difendersi dalle fiere. Tale tipo di costruzione però sta ormai sparendo, lasciando il posto a costruzioni stabili in pietra.
I giovani Masai vengono sottoposti a un rito di iniziazione prima di accedere alla classe dei guerrieri ed essere considerati adulti e pronti per il matrimonio.
Il rito più importante è la circoncisione, che deve essere sopportata in silenzio. Dopo la circoncisone, il giovane è considerato un Moran, cioè un giovane guerriero. Per i successivi sei mesi, dovrà vestirsi di nero e potrà disegnare sul viso dei simboli usando terra bianca.