Statua di scriba, da Saqqara (Egitto), 2600-2350 a.C., calcare dipinto, h. 53,7 cm, Parigi, Museo del Louvre.
Come in tutto il mondo antico, anche in Egitto la stragrande maggioranza della popolazione era e rimaneva analfabeta.
Però, man mano che si diffuse la scrittura nacque l’esigenza di formare un gruppo di persone che sapesse leggere, scrivere e fare i conti. Imparare la scrittura geroglifica era un impegno serio e richiedeva tempo. Il percorso era duro, ma il mestiere di scriba assicurava una vita priva di angherie e miserie.
Lo scriba era la figura chiave che faceva funzionare la burocrazia egizia, l’unico a condividere con i sacerdoti la conoscenza della complessa scrittura geroglifica.
Lo scriba lavorava in tutti i dipartimenti dello Stato, sia presso il palazzo, sia sparsi nel Paese. Teneva la contabilità e gli inventari delle proprietà, stilava i contratti e la corrispondenza amministrativa, registrava gli scambi commerciali e l’andamento delle piene del Nilo.
Lo scriba che lavorava nel palazzo era in un certo senso anche uno storico, perché conservava la memoria del regno mettendo per iscritto le gesta del faraone. La maggior parte di questi documenti era vergata su fogli di papiro, ma ci si serviva anche di tavolette d’argilla.