La città di Troia si trova oggi nella provincia di Çanakkale, nella regione nord occidentale dell’Anatolia, l’odierna Turchia.
È nota soprattutto perché luogo della leggendaria guerra di Troia narrata da Omero nell’Iliade.
Ma gli scavi e gli studi archeologici hanno confermato l’importanza storica della città, che nel 13° secolo a.C. era situata in una posizione strategica sulle coste dell’Asia Minore da cui controllava l’accesso al Mar Nero e i commerci tra Asia ed Europa. Le poleis greche, che volevano estendere i loro commerci verso il Mar Nero, allora si allearono e le mossero guerra.
Passeggiare quindi tra i resti dell’antica città di Troia, dove mito e storia si confondono, dona emozioni sorprendenti.
La città di Troia nella leggenda
Omero, un antico poeta greco, nalla sua opera Iliade, racconta che tutto ebbe inizio dal matrimonio tra Peleo e la ninfa Teti.
Alle nozze invitarono tutti gli dèi dell’Olimpo, tranne la dea della discordia Eris, che, indispettita, lanciò sul banchetto nunziale una mela d’oro con la scritta “alla più bella”.
Era, Afrodite e Atena cominciarono subito a litigare rivendicando a sé il dono.
Zeus, per porre fine alla disputa, impose loro di scendere sulla terra e di rimettersi al giudizio di Paride, figlio di Priamo re di Troia.
Paride assegnò la mela alla dea Afrodite, perché gli promise Elena, la donna più bella del mondo e moglie di Menelao, il re di Sparta.
Paride, con l’aiuto di Afrodite, rapì Elena e la condusse a Troia. La loro fuga scatenò la guerra. Menelao, infatti, marito di Elena, con l’aiuto del fratello Agamennone re di Micene, radunò un grande esercito e assediò la città di Troia.
Dopo dieci anni di guerra, costellati da duri scontri, Troia venne vinta con l’inganno.
I Greci, infatti, costruirono un enorme cavallo di legno, in cui si nascosero i più forti guerrieri, e lo abbandonarono sulla spiaggia.
Il cavallo, inteso come dono degli dèi, fu trasportato dai Troiani nelle mura della città. Durante la notte i guerrieri scesi dal cavallo aprirono le porte all’esercito greco che invasa la città la incendiarono.
La città di Troia nella storia
A scoprire la città di Troia fu l’archeologo tedesco Heinrich Schliemann (1822-1890).
Heinrich Schliemann, basandosi sulle indicazioni ricavate dai testi di Omero, nel 1870 partì alla ricerca della città di Troia.
Prima identificò i luoghi della guerra di Troia nell’estremità occidentale dell’attuale Turchia, poi iniziò a scavare in corrispondenza della collina di Hissarlik, a pochi chilomentri dalla costa turca.
Nel 1871 portò così alla luce le rovine di un’antica città distrutta dal fuoco. Non si trattava però della vera città dell’Iliade, che Schliemann identificò ben nove strati più sotto.
Nell’ultimo strato trovò anche un eccezionale tesoro, che egli credette appartenere a Priamo, il re di Troia. Del cosiddetto “Tesoro di Priamo” facevano parte più di 8000 gioielli tra collane, bracciali, anelli e orecchini in oro di raffinata fattura.
Oggi gli oggetti rinvenuti sono custoditi nel Museo archeologico di Istanbul, nel Museo Puskin di Mosca e all’Ermitage di San Pietroburgo.
Il sito archeologico di Troia dal 1998 fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. All’ingresso del sito, i turisti sono accolti dalla ricostruzione del famoso cavallo di legno, che, secondo Omero, permise di conquistare la città.