Nei luoghi della Rivoluzione Francese
Nei luoghi della Rivoluzione Francese

Nei luoghi della Rivoluzione Francese. Nella pianta di Parigi sono messi in evidenza i luoghi e gli edifici più rappresentativi della Rivoluzione Francese: dalla Bastiglia (che verrà presto distrutta) al club dei giacobini, dall’Hôtel de Ville (la sede del comune) alle Tuileries e alla Place de la Révolution (già intitolata a Luigi XV e ribattezzata Place de la Concorde dal Direttorio).

Il 14 luglio 1789 è la data della presa della Bastiglia; è considerata convenzionalmente l’inizio della Rivoluzione francese. Dal 1880, il 14 luglio è ufficialmente la festa nazionale francese e simboleggia per la Francia la fine della monarchia assoluta e l’inizio della Repubblica.

La Bastiglia

La fortezza della Bastiglia era stata costruita tra il 1370 e il 1382 nella zona nord-orientale di Parigi, con lo scopo di rafforzare le mura della città e di proteggere la porta di Saint-Antoine.
Fin dal XV secolo, essa era stata utilizzata anche come prigione e luogo di tortura per i condannati a morte. Con Luigi XV divenne prigione di Stato e vi furono rinchiusi numerosi illuministi e giornalisti, tra cui Voltaire e il marchese De Sade. I prigionieri vi venivano tradotti in seguito all’emanazione di una lettre de cachet, cioè di un ordine diretto e inappellabile firmato dal sovrano (e confermato dal suo sigillo, cachet) che escludeva sia il processo sia la possibilità di difendersi e che prevedeva una detenzione della durata indefinita.

I cannoni presenti sulle feritoie delle torri erano continuamente diretti contro la città, pronti a reprimere eventuali insurrezioni.

A causa degli alti costi di mantenimento, nel 1789 la Bastiglia era tuttavia caduta in disuso e solo sette prigionieri vi erano ancora reclusi.

Governatore della prigione era, dal 1776, Jordan de Launay, che aveva ai suoi ordini una guarnigione formata da 30 guardie svizzere e 80 invalidi di guerra.

Palais-Royal, Place de la Concorde

Nei primi giorni di luglio 1789, a Parigi, erano sempre più evidenti i segnali di nervosismo, determinati da un lato dallo spettro della carestia e, dall’altro, dal timore di un’imminente svolta reazionaria da parte monarchica. Luigi XVI, infatti, aveva fatto concentrare nella regione di Parigi circa 30 mila soldati stranieri.

Il 12 luglio si diffuse la notizia che il re aveva costretto alle dimissioni il ministro delle Finanze Necker, che non era ostile alle richieste del Terzo stato; ciò accrebbe la paura di una congiura aristocratica contro l’Assemblea costituente. Immediatamente, presso il Palais-Royal (a nord del Palazzo del Louvre) cominciarono a essere tenuti discorsi infuocati. Il giornalista Camille Desmoulins, con una pistola in pugno, accusò la monarchia di aver tradito la volontà della nazione e di avere in preparazione un massacro di patrioti e invitò i parigini all’insurrezione.

Poco dopo la città cominciò ad essere attraversata da numerosi cortei: in piazza Luigi XV (oggi Place de la Concorde) si verificarono diversi scontri tra la folla e i soldati.

Hôtel de Ville

Il 13 luglio, alle manifestazoni si aggiunsero saccheggi e incendi delle barriere daziarie della città; alcuni parigini cominciarono a costruire barricate e a cercare armi, temendo una reazione delle truppe regie. Presso l’Hôtel de Ville (il municipio cittadino) si formò un comitato permanente per amministrare la città, presieduto dal sindaco di Parigi Jacques Flesselles, e si organizzò una milizia cittadina.
Il popolo parigino cominciò a chiedere armi, ma quelle messe a disposizione – con molte titubanze – da Jacques Flesselles si rivelarono insufficienti.

Hôtel des Invalides, Bastiglia

La mattina del 14 luglio, quindi, una folla di 20-30 mila persone si diresse verso l’Hôtel des Invalides, un complesso di edifici che ospitava i soldati invalidi, e lo saccheggiò, appropriandosi di 12 cannoni e oltre 30 mila fucili.
Un altro gruppo di parigini si diresse verso la Bastiglia: essi non volevano attaccare la fortezza e liberare i pochi prigionieri, ma chiedere al governatore di distribuire armi, munizioni e polvere da sparo e di ritirare i cannoni dalle cannoniere. I manifestanti erano essenzialmente artigiani, spesso disoccupati, ma anche borghesi e soldati. Alla loro testa c’era Pierre-Augustin Hulin che, pur avendo avuto un’educazione militare, era direttore di una lavanderia: diventò poi un generale di Napoleone.

Il governatore della Bastiglia Jordan de Launay fece puntare i cannoni sugli assedianti, assicurando però che avrebbe ordinato di fare fuoco solo in caso di attacco e consentendo ai manifestanti di entrare nel primo cortile della fortezza. Quando la folla, aumentata di numero, cominciò a premere sulle entrate per accedere al secondo cortile della fortezza, Launay ordinò alla guarnigione di sparare. Alcuni manifestanti si ritirarono disordinatamente, altri risposero al fuoco; negli scontri successivi, che durarono quattro ore, rimasero uccisi un centinaio di civili e un invalido.

Quando la milizia cittadina si unì ai manifestanti, portando alcuni cannoni presi all’Hôtel des Invalides, Launay si arrese. La folla penetrò allora all’interno della fortezza e liberò i sette prigionieri: nessuno di essi era detenuto per motivi politici. Tre ufficiali e tre invalidi furono uccisi, mentre la maggior parte della guarnigione riuscì a mettersi in salvo.

Nonostante i tentativi di Hulin di salvargli la vita, Launay, accusato di tradimento fu riconosciuto dalla folla e massacrato. Il sindacao Flesselles, incolpato di essersi opposto all’armamento del popolo, fu invece ucciso con un colpo di pistola. Decapitati, le loro teste furono infilate su due picche e portate in giro per la città.

Il re, messo alle strette, ritirò le truppe dalla regione di Parigi e richiamò Necker al governo. Il comitato permanente dell’Hôtel de Ville si trasformò in una nuova municipalità, la Comune di Parigi, con sindaco il deputato Bailly, mentre la milizia cittadina fu ribattezzata Guardia nazionale e al suo capo fu messo il marchese La Fayette. Negli stessi giorni fu creata anche la coccarda con i colori di Parigi (il blu e il rosso) e quello del re (il bianco): nacque così il tricolore rivoluzionario, che anche Luigi XVI, il 17 luglio, si pose sul cappello, ricevendolo dalle mani di Bailly.

Place de la Bastille, Colonna di Luglio

Il 15 luglio per volere della stessa Assemblea nazionale costituente, iniziò la demolizione della Bastiglia, che fu completata nel maggio 1791. Dell’antica fortezza non rimane alcuna traccia, anche se alcuni resti, riaffiorati alla fine dell’800, sono tuttora conservati in teche trasparenti nella fermata Bastille della metropolitana. Al posto della fortezza sorge Place de la Bastille. Nel 1840 fu inaugurata al suo centro la Colonna di Luglio, un monumento di bronzo alto 50 metri che commemora la caduta di Carlo X e l’inizio della monarchia di Luigi Filippo in seguito alla rivoluzione del luglio 1830. La colonna, progettata da Jean-Antoine Alavoine e Joseph-Louis Duc, è sormontata da un globo dorato su cui poggia una raffigurazione del Genio della libertà.

Il Genio della Libertà che poggia sul globo dorato della Colonna di Luglio, in Place de la Concorde
Il Genio della Libertà che poggia sul globo dorato della Colonna di Luglio, in Place de la Concorde

Ancora oggi, la piazza è il luogo di partenza di molte manifestazioni di massa parigine e in essa vengono festeggiate le vittorie elettorali del partito socialista.