Pupi siciliani
Pupi siciliani. Lucarelli, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

I Pupi siciliani sono pesanti marionette del teatro popolare siciliano, chiamato Opera dei pupi. L’Opera dei pupi risale alla prima metà dell’Ottocento, e l’Unesco dal 2001 l’ha inserita tra i Patrimoni culturali immateriali.

Sono alte un metro e completamente snodate. La base è di legno e indossano complesse armature di metallo e stoffa, con tanto di armi, scudo ed elmo. Sono costruiti e dipinti con metodi tradizionali.

I pupari li muovono attraverso delle aste di ferro e sono in grado di far compiere loro diversi movimenti, come abbassare la visiera, inginocchiarsi, riporre la spada nel fodero e altri ancora.

È il puparo che decide le battute e dà loro la voce, riuscendo a comunicare i diversi sentimenti: pathos, paura, amore, coraggio.

I temi rappresentati prendono spunto dai poemi del ciclo carolingio che raccontano le gesta di Carlo Magno e dei suoi paladini; ma si fa riferimento anche ai grandi poemi epico-cavallereschi italiani, come ad esempio l’Orlando Furioso, capolavoro di Ludovico Ariosto. Il tutto adattato alla realtà e alle vicende siciliane.

Esistono due scuole di Pupi: quella palermitana e quella catanese. Si possono vedere esempi di Pupi nei musei delle principali città della Sicilia, ad esempio il Museo Antonino Pasqualino di Palermo o il Museo e Teatro dei Pupi siciliani alla Vecchia Dogana di Catania.