Le fontane di Piazza Navona a Roma sono tre e sono famose in tutto il mondo: la Fontana dei Quattro Fiumi, la Fontana del Moro e la Fontana del Nettuno.
Piazza Navona fontane
Le tre fontane di Piazza Navona, la più nota piazza barocca di Roma, fatta costruire dalla nobile famiglia Pamphili, sorgono nel luogo in cui, ai tempi dell’antica Roma, c’era lo Stadio dell’imperatore Domiziano, edificato dallo stesso nell’85 d.C.
Fontana dei Quattro Fiumi descrizione
La Fontana dei Quattro Fiumi (1647-1651) di Gian Lorenzo Bernini sorge al centro di Piazza Navona, davanti alla chiesa di Santa Agnese in Agone.
La Fontana dei Fiumi è costituita da un obelisco antico sostenuto da una scogliera naturale, aperta in basso da una sorta di grotta, sulla quale siedono quattro colossali figure che simboleggiano i fiumi dei quattro continenti allora noti, a significare, in maniera allegorica, un omaggio reso al papa da tutto il mondo: il Danubio (Europa), il Nilo (l’Africa), il Gange (l’Asia), il Rio de la Plata (America).
Fontana del Moro descrizione
La Fontana del Moro è, tra le fontane di Piazza Navona, quella situata sul lato meridionale della Piazza, sotto le finestre di Palazzo Pamphili.
Prende il nome dalla scultura centrale disegnata da Gian Lorenzo Bernini ed eseguita da Giannantonio Mari nel 1655. In realtà, la figura centrale rappresenta un tritone che sottomette un delfino.
Nel 1874 i gruppi scultorei della fontana furono rimossi e sostituiti da copie di Luigi Amici. Gli originali, restaurati solo in tempi recenti, sono stati utilizzati per altre fontane; in particolare, i tritoni si trovano nella fontana del laghetto di Villa Borghese.
Fontana del Nettuno descrizione
La Fontana del Nettuno è situata all’estremità settentrionale della Piazza.
Un tempo era nota come “Fontana dei Calderai“, perché ubicata nei pressi dell’antico vicolo dei calderai, popolata dalle botteghe di venditori di padelle, stoviglie e pentole.
La vasca risale al 1575-76 ed è opera di Giacomo della Porta. Le sculture collocate secoli dopo, nel 1878, sono opera degli scultori Antonio della Bitta e Gregorio Zappalà.