Giuditta e Oloferne Caravaggio la realizza nel 1599 circa su richiesta del conte Ottavio Costa (1554-1639). Si tratta della prima opera a tema religioso del Merisi.
Oggi l’opera del grande maestro del Rinascimento fa parte della collezione delle Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini a Roma.
Si tratta di un dipinto a olio su tela, 145×195 cm.
Dove si trova Giuditta e Oloferne di Caravaggio?
Giuditta e Oloferne storia
Il tema rappresentato nel dipinto è l’episodio biblico, narrato nell’Antico Testamento, e precisamente nel Libro di Guditta, della bella e coraggiosa vedova ebrea Giuditta che salva il popolo di Israele uccidendo il feroce Oloferne, generale assiro al servizio del re Nabucodonosor (605-562 a.C.).
Giuditta si reca, splendidamente abbigliata, assieme alla sua ancella, nella tenda del generale assiro, portando con sé doni e fingendo di voler tradire il suo popolo consegnandolo al nemico.
Oloferne, conquistato dalla bellezza della giovane Giuditta, organizza per lei un banchetto, durante il quale si ubriaca. Stordito dall’ebbrezza del vino viene decapitato brutalmente.
Caravaggio Giuditta e Oloferne descrizione
In Giuditta e Oloferne Caravaggio raffigura un evento efferato e sacro come se stesse accadendo sotto i nostri occhi.
Caravaggio dipinge Giuditta nel momento in cui, con la fronte aggrottata e uno sguardo appena velato dal disgusto, affonda la scimitarra nel collo di Oloferne, provocando un violento schizzo di sangue, che ricade sul cuscino e sulle lenzuola bianche.
La vecchia serva Abra, dal volto rugoso, è accanto a lei. Ella tiene il sacco in cui verrà messa la testa mozzata del generale assiro.
Ponete attenzione sul gioco di sguardi tra Oloferne e Giuditta: il generale assiro non è ancora morto, sta urlando e, nell’estrema contrazione, guarda la giovane donna, che non distoglie lo sguardo.
Sullo sfondo, un pesante drappo rosso sollevato come un sipario, aumenta la drammaticità del momento.
Giuditta è investita dalla fonte di luce che proviene dall’alto a sinistra. Originariamente, stando alle radiografie, Caravaggio aveva dipinto Giuditta a seno nudo. Poi, l’aveva coperto, lasciandolo però aderire, sudato, al corpetto.
A fare da modella per la Giuditta del Merisi fu la cortigiana Fillide Melandroni, la donna a causa della quale l’artista ucciderà nel 1606 Ranuccio Tommasoni, decretando così l’inizio della sua fine.