La Tomba François si trova nella necropoli etrusca di Ponte Rotto di Vulci, a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo.
Prende il nome da Alessandro François, l’archeologo fiorentino che la scoprì nel 1857. È il monumento funebre della famiglia etrusca dei Saties, una delle più grandi famiglie aristocratiche della Vulci del IV secolo a.C.
La complessa struttura della tomba è costituita da un lungo drómos (corridoio) esteso per oltre 30 metri; conduce a un ampio atrio su cui si aprono, simmetricamente, sette camere funerarie.
Sulle loro pareti era disposto il grandioso ciclo pittorico, che attualmente è conservato a Roma, a Villa Albani. Si trova qui dal 1946 con la collezione del principe Alessandro Torlonia, che nel 1863 li aveva fatti staccare e suddividere in pannelli per poterli depositare nel suo museo.
Affreschi Tomba François descrizione
Il sacrificio dei Troiani
Apre il corteo un prigioniero troiano: è nudo e con le mani legate dietro la schiena; i tendini delle gambe recisi per evitarne la fuga; è trattenuto da una corda intorno al collo e trascinato per i capelli al sacrificio da Aiace d’Oileo.
Segue un altro prigioniero troiano, condotto al sacrificio da Aiace Telamonio. Il sacrificio dei prigionieri troiani avviene alla presenza di Karu (Caronte), con incarnato bluastro e un’ascia tra le mani, e di Vanth (demone alato femminile).
Entrambi i demoni infernali osservano Achille mentre sgozza un terzo prigioniero troiano.
Dietro a Vanth compare l’ombra di Patroclo che attende la fine del sacrificio per poter varcare la soglia del mondo dell’Ade.
Da ultima la possente figura di Agamennone, comandante dell’esercito greco che combatte sotto le mura di Troia.
Da questo affresco traspare l’atteggiamento antiromano dell’aristocrazia di Vulci, che si proclama vittoriosa sui Romani proprio come i Greci lo erano stati sui Troiani (da cui secondo il mito discendevano i Romani).
Scena di combattimento
L’affresco rievoca lo scontro che vide contrapposti il vulcente Mastarna, poi noto come Servio Tullio, insieme ai fratelli Aulo e Celio Vibenna, alla dinastia etrusca dei Tarquini, che regnava allora su Roma.
Mastarna, uscito vincitore dallo scontro, succederà ai Tarquini divenendo il sesto re di Roma.
Il primo personaggio sulla sinistra è Celio Vibenna, raffigurato nell’atto di essere liberato da Mastarna; accanto, tre personaggi vulcenti, tra cui Aulo Vibenna, si battono vittoriosamente contro guerrieri di altre città etrusche coalizzate con Roma.