Napoleone come Marte Pacificatore fu realizzata da Antonio Canova nel 1806, dopo aver scolpito il capolavoro che ritrae la sorella dell’imperatore Bonaparte Paolina Borghese come Venere vincitrice.
La scultura in marmo, alta quasi 4 metri, rappresenta l’imperatore nelle vesti del dio Marte. È completamente nudo; con una mano regge la lancia e con l’altra il globo, con sopra la vittoria alata. Sulla spalla sinistra è appoggiata la clamide, ossia il mantello militare; la sua spada giace invece abbandonata presso il tronco d’albero su cui lui stesso si appoggia.
Napoleone come Marte Pacificatore storia
La statua suscitò molto clamore e interesse tanto che Eugenio di Beauharnais, viceré del Regno d’Italia e figliastro di Napoleone, nel 1807 commissionò a Canova una copia esatta in bronzo della statua marmorea.
Nel 1812 la copia in bronzo fu portata e depositata chiusa in una cassa nell’Accademia di Brera, a Milano.
La statua nuda dell’imperatore non era infatti ritenuta adatta a un luogo pubblico. Anche Bonaparte non aveva apprezzato la scultura in marmo del Canova e perciò Napoleone Bonaparte diede l’ordine di relegarla nei magazzini del Louvre, a Parigi.
La statua in marmo entrò poi in possesso del duca di Wellington, vincitore di Napoleone nella battaglia di Waterloo, come trofeo di guerra. Il duca la collocò all’interno della sua residenza londinese, dove tuttora si trova (oggi Wellington Museum).
Dove si trova la statua in bronzo di Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore?
La statua in bronzo di Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore fu collocata nel cortile dell’Accademia di Brera a Milano, dove tuttora di trova, solo nel 1859, al termine della seconda guerra d’indipendenza, in occasione della visita di Napoleone III a Milano.
Intanto, nel 1808, dalla statua in marmo si ricavarono cinque calchi in gesso. Di questi cinque calchi, uno servì per il bronzo milanese; altri due destinati alle Accademie di Carrara e di Napoli, dove si trovano tuttora; un altro all’Accademia di Francia, a Roma, poi trasferito a Palazzo Bonaparte, sempre a Roma; infine, Beauharnais acquistò il quinto per l’Accademia di Brera.